Tu.

TU.

Tu, che rimirasti me negli anni in cui tacqui,
la mano ruvida che il mio peso seppe sostenere,
la mano liscia che me seppe accarezzare.

Chi mai dubitò esitassi all'oltretomba,
periodo di morte,
urla, chi mai vollero esser placate.

Egli, che ora esita a dimostrare bene a sua figlia,
non ha placato la sete di uomo.
Io, muto, rimiro te negli miei occhi acquosi.

Io...taccio.

Profonda e significativa.. Complimenti.. Sei bravo!

Sei bravo!

Ne sono consapevole, grazie.

molto ma molto meticolosa nel lessico, tre terzetti molto profondi riguardandi l'amore di un uomo verso sua figlia... molto bravo vercy!!!

Massimo Decimo Meridio ha scritto:molto ma molto meticolosa nel lessico, tre terzetti molto profondi riguardandi l'amore di un uomo verso sua figlia... molto bravo vercy!!!

Io ho sempre detto terzine, nn terzetti, ma magari è uguale. O_O

Cmq Vercy veramente bella, mi piace, bravo.

molto ma molto meticolosa nel lessico, tre terzetti molto profondi riguardandi l'amore di un uomo verso sua figlia... molto bravo vercy!!!

La donna cui ho dedicato la poesia è mia nonna.
"Egli" è Dio.

Una critica te la faccio(me l'ero scordata). Nella poesia dai poco spessore ai sentimenti(anche se si capisce il tuo stato d'animo) e li 'nascondi' dietro parole troppo ricercate. Ma nell'insieme è una poesia molto toccante. Complimenti!