.I. Terrore.
Il sole sorgeva lentamente irradiando di luce i villaggi dello Scelestus. Gli abitanti di quell'Impero erano allertati. Da mesi si continuavano ad attaccare continuamente, e i villaggi si continuavano a colpire di sorpresa le città vicine, che già erano indebolite dalle astie guerre civili. In una delle tante cittadine che erano presenti in quell'impero la guerra proseguiva da ben tre mesi. Le donne gridavano, e prendevano forche e attrezzi rimasti inutili in tutte quelle giornate e attaccavano alle spalle gli aggressori. I soldati continuavano ad attaccare imperterriti anche sotto gli attacchi di 'due contro uno'. I ragazzini che potevano tenere spade in mano senza farsele cadere sul viso venivano spronati ad attaccare, da chiunque passasse accanto a loro nella fretta. I genitori di quei ragazzi non potevano sapere niente, impegnati a difendersi dai continui attacchi. GLi aggressori depredavano le donne e ammazzavano più uomini che potevano, non contando molto la loto vita. Avevano portato pure i minorenni(<17). Molti ragazzi andavano lì vogliosi di combattere. Ma adesso erano inorriditi da quelle scene, e quelli con un po' più di sangue freddo, o con più voglia di vivere, si difendevano dagli attacchi nemici. Quelli che invece preferivano farsi uccidere piuttosto che divenire delle fatali armi da guerra perivano inerti. Quelli più codardi sgattaiolavano via dal campo di battaglia pronti a varcare il confine che li separava dall'altra Terra: Anubi Finem. Pochi riuscivano a confinare nell'altra terra. Di trecentoquaranta ragazzi solamente cinque riuscirono a raggiungere una precaria pace. Essi scapparono inorriditi all'idea che i quattro ragazzi che vedevano potessero essere dei nemici che volevano stroncare la vita dei pochi fuggitivi superstiti.
Tre ragazzini si incontrarono nella Città delle Cinte. In un primo momento si fissarono. Capita la situazione fecero qualche passo. Con armi in mano. Non volevano certo usarle. Però era un'atteggiamento protettivo che poteva salvargli la vita. Ma non servì. Si riconobbero. Dopo qualche minuto di riposo ricominciarono a correre presi dallo spavento da un rumore insolito. Si inoltrarono nelle periferie della città.
Un altro ragazzino si perse nelle tante montagne che convivevano con la Città delle Cinte. Aveva studiato di quei monti. Appartenevano morfologicamente alla terra di Anubi Finem, ma politicamente erano di proprietà dell'Impero Vincens. Aveva sentit anche che quelle montagne servivano a sperimentare la ferocia delle Bestie. Un brivido gelato percorse la sua schiena.
L'ultimo ragazzo si era trovato a camminare nella medesima Catena Montuosa. Però non si era perso. Aveva già visitato quelle montagne. E cercava i ragazzi perduti. Purtroppo non era a conoscenza del fatto che lì ce n'era uno solo.
Il sole sorgeva lentamente irradiando di luce i villaggi dello Scelestus. Gli abitanti di quell'Impero erano allertati. Da mesi si continuavano ad attaccare continuamente, e i villaggi si continuavano a colpire di sorpresa le città vicine, che già erano indebolite dalle astie guerre civili. In una delle tante cittadine che erano presenti in quell'impero la guerra proseguiva da ben tre mesi. Le donne gridavano, e prendevano forche e attrezzi rimasti inutili in tutte quelle giornate e attaccavano alle spalle gli aggressori. I soldati continuavano ad attaccare imperterriti anche sotto gli attacchi di 'due contro uno'. I ragazzini che potevano tenere spade in mano senza farsele cadere sul viso venivano spronati ad attaccare, da chiunque passasse accanto a loro nella fretta. I genitori di quei ragazzi non potevano sapere niente, impegnati a difendersi dai continui attacchi. GLi aggressori depredavano le donne e ammazzavano più uomini che potevano, non contando molto la loto vita. Avevano portato pure i minorenni(<17). Molti ragazzi andavano lì vogliosi di combattere. Ma adesso erano inorriditi da quelle scene, e quelli con un po' più di sangue freddo, o con più voglia di vivere, si difendevano dagli attacchi nemici. Quelli che invece preferivano farsi uccidere piuttosto che divenire delle fatali armi da guerra perivano inerti. Quelli più codardi sgattaiolavano via dal campo di battaglia pronti a varcare il confine che li separava dall'altra Terra: Anubi Finem. Pochi riuscivano a confinare nell'altra terra. Di trecentoquaranta ragazzi solamente cinque riuscirono a raggiungere una precaria pace. Essi scapparono inorriditi all'idea che i quattro ragazzi che vedevano potessero essere dei nemici che volevano stroncare la vita dei pochi fuggitivi superstiti.
Tre ragazzini si incontrarono nella Città delle Cinte. In un primo momento si fissarono. Capita la situazione fecero qualche passo. Con armi in mano. Non volevano certo usarle. Però era un'atteggiamento protettivo che poteva salvargli la vita. Ma non servì. Si riconobbero. Dopo qualche minuto di riposo ricominciarono a correre presi dallo spavento da un rumore insolito. Si inoltrarono nelle periferie della città.
Un altro ragazzino si perse nelle tante montagne che convivevano con la Città delle Cinte. Aveva studiato di quei monti. Appartenevano morfologicamente alla terra di Anubi Finem, ma politicamente erano di proprietà dell'Impero Vincens. Aveva sentit anche che quelle montagne servivano a sperimentare la ferocia delle Bestie. Un brivido gelato percorse la sua schiena.
L'ultimo ragazzo si era trovato a camminare nella medesima Catena Montuosa. Però non si era perso. Aveva già visitato quelle montagne. E cercava i ragazzi perduti. Purtroppo non era a conoscenza del fatto che lì ce n'era uno solo.
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